Quando vado a realizzare un logo per qualche Cliente, alla fine dei lavori fornisco una Normativa Grafica del Marchio, ovvero una documentazione in cui vengono descritte le finalità del logo, la fase di progettazione, gli usi, i caratteri e tutto quello che c’è da sapere riguardo l’elaborato.
Diverse volte, però, mi è capitato che i Clienti non capissero cosa fosse questo documento e a cosa servisse, perciò ho voluto scrivere questo breve articolo per fare un po’ di chiarezza.
Come già detto, la Normativa grafica del Logo è un documento che i designer rilasciano ai propri Clienti, per illustrare il lavoro che è stato fatto e dettare le linee guida di utilizzo del logo stesso. Inoltre è un documento indispensabile per la registrazione del marchio.
Prima di andarla ad analizzare, potresti leggere Quanto costa un logo? e approfondire la tua conoscenza sui loghi e sui grafici 🙂
Letto? Bene, cominciamo!
1. Il logo
Nella prima parte del documento viene fatta una sintesi del briefing, ovvero di tutti quei dettagli riguardanti l’azienda per cui si sviluppa il logo, la filosofia che si vuole trasmettere attraverso di esso e la composizione dell’elaborato (quindi se è composto dal solo pittogramma (simbolo distintivo), da pittogramma e logotipo (ovvero la parte testuale del logo contenente il nome dell’azienda), o da pittogramma, logotipo e payoff (che sarebbe una frase che ne esplicita l’attività, da non confondere con l’headline o slogan).
2. La costruzione
Nella seconda parte del documento, viene illustrata la costruzione del logo, secondo le linee geometriche scelte dal designer. Questo è uno dei punti più importanti perché mostra una parte fondamentale della progettazione del marchio, ne garantisce l’autenticità (quindi non si tratta di un logo scaricato da internet e rivenduto, violandone i diritti d’autore) e ne testimonia l’efficacia.
Inoltre, qui vengono citati eventuali font di terze parti, includendone la storia, i tipi di utilizzo per cui sono nati e, nel caso di font a pagamento, si dichiara di essere in possesso di relativa licenza per uso commerciale.
3. Colori istituzionali
Nella terza parte, invece, vengono definiti i colori istituzionali, ovvero i colori precisi che ogni parte del logo deve avere, per risultare sempre perfetto in ogni declinazione di stampa o di utilizzo digitale.
Inoltre, talvolta, in quest’area vengono indicate le motivazioni che hanno spinto il designer ad adottare un colore invece che un altro, ovviamente in sinergia con il Cliente.
4. Caratteri istituzionali
Arrivati alla quarta parte, si descrivono i caratteri istituzionali che verranno utilizzati per tutti gli elaborati, in modo che siano coordinati con la filosofia del logo.
Di solito vengono inseriti un font per i paragrafi e uno per i titoli, vengono citati gli autori del font, vengono raccontate le storie dei caratteri e mostrati tutti i caratteri principali.
5. Riduzioni del logo
Nella quinta parte, vengono mostrate le riduzioni del logo, constatati i punti di forza e i punti deboli, come per esempio la dimensione minima da utilizzare per la stampa, per non perdere leggibilità e riconoscibilità.
6. Usi consentiti/vietati e safe-area
Nella sesta parte, vengono mostrati quali sono gli usi consentiti e quali no (per esempio loghi allargati e quindi non rispettando le proporzioni, o loghi con colori diversi, o loghi colorati su sfondi colorati, saranno sempre usi NON CONSENTITI).
Inoltre, in questa parte, vengono mostrati i margini di rispetto (safe-area), ovvero lo spazio vuoto che deve stare attorno al logo per non farlo confondere col resto degli elementi e dargli la giusta importanza e riconoscibilità.
7. Versioni negative
A questo punto vengono mostrate le versioni negative, ovvero su sfondo nero. Di solito sono versione total white del logo o bianche con alcuni elementi colorati, in modo da poter adattare il marchio a qualsiasi soluzione.
8. Esempi d’utilizzo
Dulcis in fundo, vengono mostrati alcuni esempi di utilizzo, con il logo applicato, per esempio, su confezioni/packaging, su insegne, su manifesti, su biglietti da visita e, in linea generale, su tutta la brand identity.
Attenzione però, talvolta sono esempi molto semplici se per esempio, commissionando il logo, non si commissioni pure tutta la brand identity (immagine aziendale) che comunque comporta un costo molto più elevato.
Diversamente, se si affida al grafico tutta l’immagine aziendale, quest’ultimo inserirà nella normativa dei veri e propri template grafici, studiati a puntino, che poi verranno utilizzati nel corso degli anni per promuovere l’azienda, per le grafiche interne, per sviluppare progetti e così via.