Cos’è la Gestalt e come utilizzarla nel design

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Immagine in evidenza: la Gestalt

Se sei un appassionato di grafica, avrai sicuramente sentito parlare della Teoria della Gestalt. Se ne parla dappertutto e se ne fa un grande utilizzo nel graphic & web design. Devi sapere, però, che la Gestalt non è direttamente connessa al mondo grafico, non ti spiega come creare delle grafiche migliori. Piuttosto, riferendosi al modo in cui il nostro cervello elabora le informazioni visive che riceve, ci da degli strumenti utili per migliorare la nostra comunicazione, che risulterà molto più forte e creativa.

Cos’è la Gestalt?

La parola Gestalt, citando Wikipedia, deriva dal tedesco Gestaltpsychologie, ovvero “psicologia della forma”.

La Gestalt è un principio fondamentale della psicologia della percezione, sviluppato nei primi del ‘900 da alcuni psicologi tedeschi, tra cui Max Wertheimer, Kurt Koffka e Wolfgang Köhler, i quali capirono che:

Il tutto è più della somma delle sue parti

In poche parole, non percepiamo realmente i singoli dettagli di un’immagine, ma la nostra mente tende a organizzarli in schemi e strutture più grandi per dargli un senso. Semplificando ulteriormente: non vediamo le singole pennellate che formano un quadro, ma vediamo un ritratto o un panorama, per esempio.

Come applicare la Gestalt nel design?

Abbiamo compreso che la Gestalt, pur nascendo come una teoria della psicologia del ‘900, sia diventata, a tutti gli effetti, un elemento portante della comunicazione visiva. Ha un impatto davvero enorme sul design grafico, sull’UX/UI e sul branding, ma anche su quella grafica di cui non ci accorgiamo ma che ci avvolge.

Immaginiamo di essere su un’autostrada. Quante volte hai visto questa “grafica”?

Sì, è la linea di sorpasso. Quella che per noi è una riga tratteggiata, in realtà è un insieme di rette, molto vicine tra di loro.

Adesso sdoppiamole. Cosa vedi?

Vedi due righe tratteggiate. In realtà sono due insiemi di rette. Dividono le corsie e ci danno la possibilità di incolonnarci in maniera ordinata. Cosa succede se avviciniamo questi due insiemi?

Vedrai una sola riga con una doppia tratteggiatura. Ma cosa succederebbe se distanziassimo abbondantemente i piccoli tratti della linea tratteggiata?

In questo caso, il nostro cervello percepisce solo tre trattini, perdendo, di fatti, il senso di continuità delle immagini precedenti.

La Gestalt, quindi, ci fa comprendere come gli spazi all’interno di una composizione grafica rivestano un ruolo cruciale, superiore a quello degli elementi realmente disegnati.

Proseguendo, imparerai le regole per dominare la teoria e iniziare a usarla attivamente sui tuoi progetti.

I principi della Gestalt

La Gestalt si basa su 7 principi fondamentali che spiegano come il nostro cervello raggruppa e interpreta le informazioni visive. Analizziamoli uno ad uno.

1. Principio di vicinanza

Il principio di vicinanza dice che gli elementi vicini fra di loro vengono percepiti come un unico elemento, anche se non condividono altre caratteristiche simili. Tra gli altri scopi, questo principio è molto utile nell’UX/UI design per migliorare la gerarchia degli elementi e migliorare l’esperienza dell’utente.

In questo esempio, ho disegnato nove quadrati, ma, in realtà, percepiamo un unico grande quadrato. Questo principio è stato utilizzato, per esempio, da Microsoft per la realizzazione del logo di Windows 10 e 11.

In grafica è importante saper padroneggiare questo principio, soprattutto nell’ambito dell’organizzazione dei contenuti (titoli, paragrafi, immagini). Esempio: se le righe vengono poste vicine fra di loro, le percepiamo come un elemento unico (unico paragrafo); se le distanziamo, invece, percepiremo due paragrafi, migliorando la lettura.

2. Principio di somiglianza

Il principio di somiglianza dice che elementi simili per colore, forma o dimensione vengono percepiti come facenti parti di un gruppo.

Nell’esempio, percepiamo tre righe: la prima formata da quadrati bianchi, la seconda da cerchi vuoti, la terza da quadrati bianchi. Se fossero stati tutti quadrati o tutti cerchi, avremmo visto un grande rettangolo (principio di vicinanza).

Nella grafica si fa grande uso di questo principio per organizzare gli elementi. Se scegliamo un set di icone, per esempio, dobbiamo fare in modo che siano simili fra di loro per ottenere un risultato accettabile e coerente. In linea di massima, la somiglianza genera coerenza.

3. Principio di destino comune

Il principio di destino comune afferma che gli elementi che si muovono verso la stessa direzione, vengono percepiti come un unico elemento.

In questo esempio percepiamo il pieno dove non c’è. Infatti, la nostra mente vede tre rettangoli verticali ed una linea diagonale che gli passa dietro. In realtà, sono tanti elementi completamente separati.

4. Principio di continuità

Il principio di continuità ci dice che alcuni elementi, anche se non connessi fra di loro, possono essere percepiti come un unico elemento. Sarò sincero: c’ho messo un po’ a percepire la differenza con il Principio di destino comune. Cerco di spiegartelo nel migliore dei modi.

La differenza sta che il principio di destino comune si basa sul movimento (si muovono verso destra, verso sinistra, ecc), quello di continuità, invece, sulla direzione. Vedere un esempio ti aiuterà.

In questo esempio percepiamo due curve che si intersecano al centro, formando una sorta di X. In realtà potrebbero essere quattro righe che partono dallo stesso punto (ovvero il punto di intersezione).

5. Principio di esperienza passata

Questo è uno dei principi che più mi affascina. Il principio di esperienza passata dice che la nostra esperienza personale modifica la nostra percezione, facendoci vedere delle cose dove, in effetti, non ci sono.

Questo esempio è lampante. Percepiamo, infatti una croce, anche se in effetti la croce… non c’è! Questo avviene perché la nostra mente cerca di associare ciò che vediamo a qualcosa che conosciamo. Nel logo design, questo principio viene ampiamente applicato.

6. Principio di chiusura

Hai presente il gioco dei puntini? Ma sì, dai, quello famoso che stava sui cruciverba e su qualche rivista! Ecco. La nostra mente è bravissima ad unire i puntini.

In questo esempio vediamo un triangolo sovrapposto a tre cerchi, ma non esistono né i triangoli, né i cerchi.

La nostra mente preferisce sempre le forme chiuse, quindi le completa in automatico. Ti mostro un altro esempio ancora più efficace.

In questo esempio vediamo un cerchio, ma in realtà sono solamente due semicerchi.

7. Principio di figura/sfondo

Infine, giungiamo al principio di figura / sfondo, uno dei più affascinanti e più utilizzati nel mondo del graphic design e della psicologia. Sicuramente il principio più creativo, che ci permette di sfruttare l’abilità della nostra mente di percepire alcuni elementi come figura / immagine e altri come sfondo.

Una delle immagini più famose in tal senso è questa.

Cosa vedi? Un albero o un gorilla che guarda negli occhi una leonessa? La visione è soggettiva e suggestiva, capace di generare emozioni contrastanti in chi la guarda. Saper padroneggiare questo principio ti darà un enorme ventaglio di opzioni quando progetterai un logo, perché ti permette di uscire fuori dagli schemi e di creare qualcosa di unico e originale.

Conclusioni

Abbiamo scoperto cos’è la Gestalt, da quali principi è regolamentata e come sfruttarla nei nostri elaborati. Applicando quello che hai letto, potrai creare design più efficaci e intuitivi, migliorare la percezione del tuo brand, ottimizzare il layout del tuo sito web o della tua brochure aziendale.

Dopotutto, la percezione, nel marketing, è tutto e con la Gestalt puoi “manipolarla”.

Fammi sapere nei commenti come hai sfruttato queste nuove conoscenze!

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